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Abbandonate 30 famiglie di agenti deceduti. I controlli anti-CoViD sono stati eseguiti dalla PL

Cosentino (Cisl FP): Cancellare la discriminazione



18 febbraio 2022 - Roma


È inaccettabile abbandonare così trenta famiglie di agenti e svilire un’intera categoria di lavoratori altamente qualificati e impegnati per la sicurezza di tutti, quando in questi mesi la maggior parte dei controlli anti-Covid sono stati eseguiti proprio dalla Polizia Locale”, questo il commento di Giancarlo Cosentino, coordinatore nazionale Polizia locale della Cisl Fp, dopo che ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Interno che esclude i familiari gli operatori di Polizia Locale dai contributi economici riconosciuti agli appartenenti alle forze dell’ordine (Polizia ad ordinamento statale e Vigili del Fuoco) deceduti per aver contratto il virus in conseguenza della propria attività lavorativa.


Si tratta di una discriminazione ingiusta quanto incomprensibile, che va cancellata.

La Polizia locale, sin dal marzo 2020, in tutti i territori, è stata in prima linea per la tutela delle persone e delle comunità. Tanto che nelle nostre strade ha rappresentato il punto di riferimento determinante nel contrasto alla diffusione del Covid. Evidentemente la memoria di chi ha emanato questo testo è corta. Si dimentica che in tutti i telegiornali, organi di informazione e social media dei periodi più cruenti della pandemia, ad ogni notizia sui controlli era inevitabile documentare la presenza delle pattuglie delle polizie locali di tutta Italia. Così come si dimentica che in ogni metropoli, città o borgo rurale la Polizia locale era inserita nelle ordinanze per l’ordine pubblico mirate alla prevenzione e al rispetto delle norme Covid.

 

Partecipa al cambiamento dei servizi pubblici del nostro Paese!

 

Come Cisl Fp Polizia Locale chiediamo al Governo, al ministro dell’Interno e all’Anci di intervenire e correggere il provvedimento. Bisogna subito fare giustizia e inserire nel decreto gli appartenenti alle polizie locali. Anche perché parliamo di lavoratrici e lavoratori della sicurezza che, a parità di attività e funzioni svolte rispetto alle altre forze dell’ordine, continuano a sopportare palesi differenziazioni in tema di previdenza, assistenza e fiscalità. Per questo da decenni chiediamo una nuova Legge quadro sulla Polizia Locale che elimini le evidenti discriminazioni che invece continuano ad aumentare.


“Vogliamo ricordare che nei due anni di pandemia sono morti 30 tra agenti e ufficiali di Polizia locale che svolgevano servizio nei comandi di tutta Italia, mentre centinaia sono stati affetti da una forma grave di patologia e migliaia hanno contratto il virus. Alle famiglie dei deceduti per Covid, appartenenti ai comandi di Altamura, Cappelle sul Tavo, Castel Volturno, Falconara, Fiorano modenese, Gela, Genova, Lodi, Mantova, Melfi, Milano, Napoli, Nocera Superiore, Roma Capitale, Santa Maria Capua Vetere, Sezze, Sora, Torino, Tortona, Tufino e Trinitapoli, e a tutti i colleghi, va il nostro pensiero e la nostra solidarietà. Correggere l’abominevole mancanza di questo decreto, sarebbe un gesto minimo per onorare il loro sacrificio.


Oggi ogni appartenente ai corpi di Polizia locale si sente ferito, ma nonostante ciò dimostrerà il proprio senso del dovere continuando a garantire i controlli che ogni giorno sono eseguiti nelle piazze, nei mezzi pubblici, fuori dalle scuole, nelle attività commerciali e nei luoghi di assembramento.


Se le nostre istanze non verranno accettate, siamo pronti ad ogni forma di protesta sindacale.


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